La vita corre e si trasforma ed io come accade spesso in questo periodo, non le sto dietro.
Come quando divento grande e decisa sul lavoro e mi accorgo che sto smettendo di fare la gavetta e comincio a risolvere problemi veri ed un po’ ingarbugliati.
Come quando a guardarmi non sono più i ragazzi, ma comincio a vedere sguardi diversi negli uomini. E mi stupisco. Mi guardi anche tu, e ogni tanto una battuta scherzosa e pungente. Tu che all’inizio mi prendevi per una ragazzina appena uscita di scuola e non credevi nella mia forza. E facevi l’uomo spigoloso. Come i lineamenti del tuo volto. Ora invece mi tratti come una tua pari. Uomo e donna. Non maliziosi, ma di fronte.
Come quando mi sento tranquilla di fronte a situazioni di forte tensione in cui molte delle persone che mi stanno attorno perdono la testa.
Come quando pranzo con un lui speciale e passato e mi chiedo se la vicinanza ci faccia bene. Mi faccia bene. E però invece di gettarmi nelle discese a capofitto con una bici senza freni, decido di mettere distanze e tempo.
Come quando vedo capelli bianchi ed invece di essere dispiaciuta quasi mi compiaccio.. perché sì va bene dimostrare di meno, ma ora basta di fare l’adolescente. Ora vorrei prendere e fare la donna.
Come quando so che la morale e l’etica ed i valori non sono fatti solo di manifestazioni di piazza e di grandi enunciati lontani, ma di piccoli e grandi fatti della nostra vita. Sempre. Ed è difficile a volte camminare senza inciampare, ma quando tradisci i tuoi ideali il cuore sta male e si stringe forte.
Come quando mi innamoro… di un lavoro, delle persone che ci sono intorno, della luce che c’è, del tragitto per arrivarci, dell’allegria di chi ci lavora, dei riflessi dei materiali, delle stagioni che lo cambiano, dei muri che si ribellano e il progetto non vuole uscire, ma proprio non vuole. Sono lì amorevole,ma niente. Come un figlio ribelle e difficile che però non ami di meno, anzi se possibile lo ami di più. Poi, quando meno te lo aspetti fa capolino. In un fascio di luce, in un muro nuovo. Allora lo spazio ti guida e ti dice che avevi ragione, che hai fatto tutta una fatica, ma avevi ragione. Lì sotto, in un magazzino buio, in un appartamento squallido c’erano spazi nuovi che dovevi solo scoprire. Guardare con altri occhi e non si è mai troppo ottimisti.
Ognuno di questi lavori poi ha un’anima ed una storia. Di U. che abitava in una casa senza finestre dove in inverno dovevano accendere i cartoni per scaldarsi e la mattina andava a scuola con gli altri ragazzi pulito e pettinato e subiva anche il pregiudizio delle persone perché è romeno. La sua rabbia la trattiene negli occhi. E la storia di un professionista affermato che è stato tagliato fuori dal giro perché ha denunciato i movimenti scorretti della “cupola” che era in città ed ora, vicino alla pensione, è stanco e deluso. E la storia di G. che mi riempie sempre di affetto e gratitudine per la casa rinnovata che è davvero come la voleva e anche se il marito sta male, non dimentica mai una parola gentile ed una premura per me. Mi emoziono mi innamoro e mi riempio. Di un calore potente, di una forza prima sconosciuta.
Qualcosa sta cambiando profondamente … come una seconda nascita, una trasformazione radicale, è il salto che alcuni fanno nella vita… ma io sono stata sempre una fifona.. anche per le cose belle !
fùsis
.............rosso di sera...........
lunedì 18 luglio 2011
mercoledì 6 luglio 2011
senza un briciolo di testa (meno male!)
..ci ho pensato: non sono d'accordo
con tutti i consigli ragionevoli, con tutte le raccomandazioni, con tutti i ragionamenti.
nella vita ho fatto un sacco di cose che tutti mi dicevano impossibili
alcune sono fallite, altre no
ma le ho vissute
e questo mi ha fatto stare bene.
Vivrò anche questa fino in fondo, fino al midollo. Irragionevole e masochista? forse.
Ma ora non mi va di rinunciare. E mi fai bene e mi fai sorridere e ridere.
Ti tengo con me ancora e se ogni tentativo di distacco fallisce, Si vede che non è il momento. Cerco un nuovo equilibrio e intanto rimango appesa a facebook, a whatSaPP e ti guardo da lontano cercando intanto di vivere questa estate calda ed allegra.
Con la musica cubana che mi accompagna e le serate danzanti che mi travolgono lasciandomi allegra, stupita, stordita.
Ma sempre, sempre un pensiero per te.
con tutti i consigli ragionevoli, con tutte le raccomandazioni, con tutti i ragionamenti.
nella vita ho fatto un sacco di cose che tutti mi dicevano impossibili
alcune sono fallite, altre no
ma le ho vissute
e questo mi ha fatto stare bene.
Vivrò anche questa fino in fondo, fino al midollo. Irragionevole e masochista? forse.
Ma ora non mi va di rinunciare. E mi fai bene e mi fai sorridere e ridere.
Ti tengo con me ancora e se ogni tentativo di distacco fallisce, Si vede che non è il momento. Cerco un nuovo equilibrio e intanto rimango appesa a facebook, a whatSaPP e ti guardo da lontano cercando intanto di vivere questa estate calda ed allegra.
Con la musica cubana che mi accompagna e le serate danzanti che mi travolgono lasciandomi allegra, stupita, stordita.
Ma sempre, sempre un pensiero per te.
venerdì 24 giugno 2011
ciao amore ciao
Sono venuta a salutarti.
Con tutta l’anima che ho e con tutto il bene che posso e che ho potuto. Con il cuore in mano di oggi e con tentativo disperato di ieri perché le cose andassero bene. Meglio di così sicuramente.
Ti saluto con la consapevolezza feroce di dover tornare sulla mia strada, allontanandomi dalla tua. Con la coscienza di non poter più aspettare attenzioni lente e desideri deboli e notizie cattive.
Vengo oggi con il sorriso dei pochi momenti passati a ridere nel letto, con la gioia pura di non volere niente altro da quei momenti, con la mano tesa dei consigli scambiati nei momenti tesi, con il cielo azzurro di fuerte e i balli scemi e divertenti. Vengo con l’ammirazione per alcune trovate della tua testa e il dispiacere per i bavagli della tua anima.
E vengo anche con il nodo in gola e la tristezza dei tanti giorni da sola, in cui mi sono sentita sbagliata e inadatta ed in cui ho perso fusis. Quella intensa e pacata. Ragionevole e forte. Quella in equilibrio, con la voglia matta di amare e di scoprire. Quella che ride forte e che ha cercato a lungo di essere una buona complice.
Ti saluto con l’incanto dei primi giorni in cui ogni scusa era buona per scoprire nuove cose di te, ed il dispiacere degli altri in cui mi sono sentita messa da parte. Ti saluto con la fusis che per lungo tempo non è voluta andare via. Ostinata e testarda. Convinta fino in fondo. Di cosa non so bene. Ma non era importante capirlo. Bastava quell’entusiasmo ritrovato dopo anni.
Vengo a salutarti con un abbraccio forte, come forti sono le mie emozioni e come intenso è stato il sogno. E spero tu capisca quanto mi costa lasciartelo lì. Insieme alle tue cose. Vengo anche con la durezza dell’atterraggio, in cui ho tentato di non farmi male e me ne sono fatta, sbucciandomi mani e ginocchia. E lo so che chi ha testa la deve usare ed io non l’ho fatto, ma a volte la pancia ci prende la mano ed è bello anche così. Fin quando non fa troppo male e ci toglie le energie e l’allegria.
Sono venuta a salutarti perché questo gioco del “va tutto bene” e del passare sempre a pelo d’acqua non è mio e te lo restituisco. Ti porto l’incapacità totale di fare finta di niente. La sofferenza del vederti allontanare gradualmente … un po’ con il mare in mezzo e un po’ no. Ti porto la mia forza di riprendere le redini e di dire a fusis che non era sbagliata e non deve sprecare energia e allegria.
Ti saluto con la tristezza della sconfitta, con l’amaro dei miei sentimenti sprecati e della tua noncuranza, con la nostalgia per momenti che a me sono sembrati perfetti. E ti saluto con i mille colori delle giornate andate bene.
Sono venuta a salutarti, prima che l’amaro, la delusione e la nostalgia si tramutino in rabbia e spazzino via tutto..il tanto o il poco che c’è stato di prezioso . Non potevo non farlo. Me lo devo e te lo devo.
Con tutta l’anima che ho e con tutto il bene che posso e che ho potuto. Con il cuore in mano di oggi e con tentativo disperato di ieri perché le cose andassero bene. Meglio di così sicuramente.
Ti saluto con la consapevolezza feroce di dover tornare sulla mia strada, allontanandomi dalla tua. Con la coscienza di non poter più aspettare attenzioni lente e desideri deboli e notizie cattive.
Vengo oggi con il sorriso dei pochi momenti passati a ridere nel letto, con la gioia pura di non volere niente altro da quei momenti, con la mano tesa dei consigli scambiati nei momenti tesi, con il cielo azzurro di fuerte e i balli scemi e divertenti. Vengo con l’ammirazione per alcune trovate della tua testa e il dispiacere per i bavagli della tua anima.
E vengo anche con il nodo in gola e la tristezza dei tanti giorni da sola, in cui mi sono sentita sbagliata e inadatta ed in cui ho perso fusis. Quella intensa e pacata. Ragionevole e forte. Quella in equilibrio, con la voglia matta di amare e di scoprire. Quella che ride forte e che ha cercato a lungo di essere una buona complice.
Ti saluto con l’incanto dei primi giorni in cui ogni scusa era buona per scoprire nuove cose di te, ed il dispiacere degli altri in cui mi sono sentita messa da parte. Ti saluto con la fusis che per lungo tempo non è voluta andare via. Ostinata e testarda. Convinta fino in fondo. Di cosa non so bene. Ma non era importante capirlo. Bastava quell’entusiasmo ritrovato dopo anni.
Vengo a salutarti con un abbraccio forte, come forti sono le mie emozioni e come intenso è stato il sogno. E spero tu capisca quanto mi costa lasciartelo lì. Insieme alle tue cose. Vengo anche con la durezza dell’atterraggio, in cui ho tentato di non farmi male e me ne sono fatta, sbucciandomi mani e ginocchia. E lo so che chi ha testa la deve usare ed io non l’ho fatto, ma a volte la pancia ci prende la mano ed è bello anche così. Fin quando non fa troppo male e ci toglie le energie e l’allegria.
Sono venuta a salutarti perché questo gioco del “va tutto bene” e del passare sempre a pelo d’acqua non è mio e te lo restituisco. Ti porto l’incapacità totale di fare finta di niente. La sofferenza del vederti allontanare gradualmente … un po’ con il mare in mezzo e un po’ no. Ti porto la mia forza di riprendere le redini e di dire a fusis che non era sbagliata e non deve sprecare energia e allegria.
Ti saluto con la tristezza della sconfitta, con l’amaro dei miei sentimenti sprecati e della tua noncuranza, con la nostalgia per momenti che a me sono sembrati perfetti. E ti saluto con i mille colori delle giornate andate bene.
Sono venuta a salutarti, prima che l’amaro, la delusione e la nostalgia si tramutino in rabbia e spazzino via tutto..il tanto o il poco che c’è stato di prezioso . Non potevo non farlo. Me lo devo e te lo devo.
venerdì 8 aprile 2011
...
Ti guardo ancora e poi ancora e di nuovo. Ma ancora non capisco. Non capisco se sei tu. O se sono io. Non capisco se comandi o incassi. Non capisco come mi guardi. Perdi pezzi e non sai analizzare le situazioni. Un filo. C'è bisogno di un filo. Altrimenti sono pensieri sparsi che si ammucchiano come una montagna di panni stropicciati.
Immagino tu lo faccia anche con noi. Non so.
Quanto reggerò, quanto guarderò. Quanto aspetterò.
Se riprendo coscienza di chi sono, non so chi sei tu.
Immagino tu lo faccia anche con noi. Non so.
Quanto reggerò, quanto guarderò. Quanto aspetterò.
Se riprendo coscienza di chi sono, non so chi sei tu.
mercoledì 23 marzo 2011
LUNGA L'ATTESA..più o meno 15 minuti!!!!
A volte mi sembra di perdermi qualche pezzo... O forse non capisco bene. E mi chiedo esattamente cosa ci faccio qui ad aspettare quando l'idea di fare retrofront e tornare a casa mi era pure venuta. Con Andrea che si arriccia e Sal che bussa.
Ed io qui. Ad aspettarti sotto casa sperando che non passi nessuno della tribù. Perchè non si può, non si deve sapere e sai che c'è? che va meglio così anche per me perchè che ti credi? che sia semplice stabilire legami che già sai di voler sciogliere?.
Ci vuole scienza per fare ste cose a 35 anni con una mente che sta a mille, (lucida e funzionante,manco a dire che uno è scemo che a volte servirebbe)senza colpo ferire.
Ci vuole un pizzico di masochismo e molta voglia di allenare la pazienza.
E tenere a freno l'intensa voglia di andarmene non è semplice, ma so che se lo facessi...è come uno dei quadri di "Novecento" SWRRAAAAMMM!Se cadono poi non sai come rimettere insieme i pezzi.
Ed io qui. Ad aspettarti sotto casa sperando che non passi nessuno della tribù. Perchè non si può, non si deve sapere e sai che c'è? che va meglio così anche per me perchè che ti credi? che sia semplice stabilire legami che già sai di voler sciogliere?.
Ci vuole scienza per fare ste cose a 35 anni con una mente che sta a mille, (lucida e funzionante,manco a dire che uno è scemo che a volte servirebbe)senza colpo ferire.
Ci vuole un pizzico di masochismo e molta voglia di allenare la pazienza.
E tenere a freno l'intensa voglia di andarmene non è semplice, ma so che se lo facessi...è come uno dei quadri di "Novecento" SWRRAAAAMMM!Se cadono poi non sai come rimettere insieme i pezzi.
giovedì 10 marzo 2011
ECCHECASPITA
io ho deciso....io ti voglio bene. Poi tu fai un pò come ti pare.
Insomma altrimenti faccio il doppio della fatica. A rassegnarmi che non mi vuoi bene allo stesso modo e a contenere quello che sento io.
Allora meglio una fatica sola.
"ti voglio tanto bene e ci sarò perche te se sentirai nel cuore un amore che non c'è"
Insomma altrimenti faccio il doppio della fatica. A rassegnarmi che non mi vuoi bene allo stesso modo e a contenere quello che sento io.
Allora meglio una fatica sola.
"ti voglio tanto bene e ci sarò perche te se sentirai nel cuore un amore che non c'è"
giovedì 24 febbraio 2011
meno male
È una cosa che ho sempre pensato. Tutte le volte che ho tradito (per la verità molte), tutte le volte che me ne sono fregata, tutte le volte che ho pensato prima a me. E tutte le volte, le stesse volte, che al momentaneo senso di colpa seguiva subito dopo una delusione dalle stesse persone che avevo avuto paura di ferire … ho sempre pensato: “meno male che ho fatto come volevo, che non mi sono privata di una gioia per proteggere un altro”.
Almeno io mi sono sempre presa la responsabilità delle mie azioni. Sempre chinato il capo di fronte ad un errore commesso. Sempre ammesso la mia limitatezza. Mentre gli altri, quelli con il dito puntato, prima rimproverano e si stupiscono e poi fanno lo stesso.
Almeno io mi sono sempre presa la responsabilità delle mie azioni. Sempre chinato il capo di fronte ad un errore commesso. Sempre ammesso la mia limitatezza. Mentre gli altri, quelli con il dito puntato, prima rimproverano e si stupiscono e poi fanno lo stesso.
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