venerdì 28 novembre 2008

DIVAGAZIONI


Buffe sorprese inaspettate e provocate. 16 anni dopo. Eravamo due ragazzini. Io due anni più grande..un po’ strafottente con la vita che sentivo di avere in pugno. Anticonformista per principio, diretta anche troppo e precipitosa, istintiva. Un animaletto selvatico e sfuggente che credeva che la filosofia desse le armi per capire quasi tutto. La chiave di lettura. Snob culturale, dedita ad interessi puramente intellettuali ..unico sport ammesso le arti marziali disciplina per corpo e anima.
Lui bello come un dio greco, ma buono, troppo buono. Di quella purezza e semplicità d’animo da ammirare. Guardava il mondo con occhi spalancati e le braccia aperte ad accoglierlo. Sempre a faccia avanti senza paura. Piccolo..mi sembrava così piccolo..due anni nella mia mente di quasi 18enne si dilatavano a dismisura. Principi morali ferrei e rigidi , radicati nella mente e nel cuore che facevano rabbrividire la mia voglia di esplorare senza limiti che non fossero quelli scelti da me e me sola.
Una corte discreta la sua, una presenza delicata e premurosa. Piacevoli compagni di chiacchierate nelle sere di una estate che finiva. Nell’aria fresca che sfumava di rosso tra le sedie del bar de santis, sul corso principale. Mettiamoci pure un fisico (il suo) da nuotatore e modi gentili. Mente acuta e atteggiamento posato.
Ed io, selvaggia e testarda come sempre … con la testa persa dietro un nanetto irsuto e spigoloso che mi maltrattava o alpiù mi ignorava. Uno che “mi basta il mio mondo interiore, ho problemi, mi faccio le canne per dimenticare il vuoto esistenziale”, ma che forse di vuoto aveva solo la testa.
E così, dopo pochi giorni lo lasciavo con un palmo di naso decidendo di continuare a soffrire per il nanetto … perché quella era la mia missione!!!!.
Nanetto mai più rivisto dai tempi del liceo e dal mio trasferimento a roma. LUI invece lo rivedevo di tanto in tanto. Nel quartiere degli studenti dove alla fine ci si rincontrava tutti. Ci incrociavamo con i rispettivi “fidanzati”, o da soli , al supermercato. Due parole distratte e veloci ed io sempre con la paura che prima o poi mi avrebbe lanciato frecciate per come lo avevo trattato. Ma la sua bellezza insieme all’età ormai lo rendeva sicuro..quindi parole banali… come stai cosa fai come va il lavoro ti sei laureata. E più lo vedevo sicuro e più pensavo che nel cambio ero stata sciocca davvero ecchettelodicoafare!!! Poi blackout … di almeno 5 anni.
Lo ritrovo su faccia libro … appuntamento per aperitivo che si trasforma in cena. Trovo dopo anni un ingegnere, un uomo con qualche capello bianco. Più sicuro, più rigido. Giacca camicia curato..Ci muoviamo in una serata asettica senza particolare intensità. Ma piacevole, rilassata. Raccontiamo del lavoro … il suo, il mio. La vita domestica. Glisso sulle mie recenti vicissitudini. Parliamo dei nostri passatempi..la cena finisce. Mi accompagna a casa. Mi sembra a volte che i ruoli siano ribaltati, a volte che non ci siano.
Arrivati sotto casa, a sorpresa, fa qualche battuta maliziosa. Mi sembra più per “dovere di cronaca” che per gioco reale. Non raccolgo. Continua e alza il tiro…ascolto le parole tanto temute. Mi rimprovera per come l’ho trattato, mi dice che ci è rimasto male, che era preso, si lamenta e vorrebbe quasi le scuse indirette , una sorta di ammissione di colpa. Lo accontento… certo UN NANETTO CONTRO UN DIO GRECO..CHE HO DA DIRE SE NON CHE NEGLI ANNI LO GUARDAVO DI SOTTECCHI PENSANDO CHE NEL CAMBIO NON CI AVEVO DAVVERO GUADAGNATO!!! Soprattutto a quell’età. O forse era proprio quell’età che dava vita a quegli equivoci!!
Mi offri qualcosa da bere?... saliamo a casa …. so che dovrei salutarlo, che la sera dovrebbe finire sotto casa. So che è una ulteriore meteora di questo periodo cavo. So che sono una rivincita, una curiosità e una parentesi rimasta aperta troppo tempo. Che la regola è sempre quella di fuggire perché, sarà anche banale, ma alcuni meccanismi sono identici per tutti e poi alla fine chissenefrega!
E che buffo esser qui tanti anni dopo e ritrovarsi, un uomo, una donna, senza più la leggerezza di prima, senza il candore, ma con la serenità e la coscienza e un’anima più pesante. Che buffo specchiarsi nell’altro, che magari ha fatto un percorso diversissimo e che per alcuni aspetti è tuttavia simile. E ritrovare gli stessi capelli bianchi, gli stessi pensieri e preoccupazioni, gli stessi dubbi. E la stessa indipendenza.

3 commenti:

dancin' fool ha detto...

:)

non ho nulla da aggiungere.

cmq questa frase "Uno che “mi basta il mio mondo interiore, ho problemi, mi faccio le canne per dimenticare il vuoto esistenziale”, ma che forse di vuoto aveva solo la testa."

mi sa che è uno schema universale ;)

marò.

- A - C - ha detto...

ben scritto.
in bocca al lupo.

Mblue ha detto...

certe divagazioni sono come cioccolatini. proibitivamente necessari! :-)