martedì 28 aprile 2009

ficco il naso...e sento la puzza!!

1 FASE_ 18 ANNI: Non mi impiccio nelle tue cose perchè ho rispetto, perchè mi hanno insegnato così, perchè è un tabù..come il furto, come l'omicidio. Non metto il naso perchè nonsifa.
2 FASE_ 18/32 ANNI: Metto il naso nelle tue cose per sopravvivenza. perchè la sola volta che lo volevo fare e non l'ho fatto mi è arrivata una bastonata tra capo e collo che avrei potuto evitare, schivare. Mi impiccio per autodifesa, per fiducia nell'istinto, perchè quando una vocina mi dice che devo frugare vuol dire che qualche strano meccanismo si è messo in moto e devo darle ascolto..per non trovarmi più con uno che credevo il grande amore e che si era imbarcato per l'Inghilterra mentre lo aspettavo a casa :(
3 FASE_ 33 ANNI: Non metto il naso nelle tue cose, non lo metto più .. per non sentire la puzza!!! Una forma nuova di autodifesa dice che se qualcuno nasconde qualcosa è meglio stare alla larga e decidere il da farsi..ma senza aprire vasi di pandora...a meno che non si sia sicuri di poterne sopportare le conseguenze!!!

martedì 14 aprile 2009

potenza

vorrei avere tutta la forza del mondo.....

terremoto


che stupidi.pensiamo davvero di avere tutto sotto controllo. Che il progresso ci abbia dato potere infinito. Che possiamo prevedere, gestire, sistemare. Pensiamo di poterci arricchire, di sfruttare quato vogliamo le risorse umane e dell'ambiente. Poi improvvisamente ci stupiamo se una forza oscura e sconosciuta e troppo più grande ci chiede il conto. Senza avvisare. Senza darci modo di reagire come avremmo voluto. E noi rispondiamo con polemiche inutili. Come bambini offesi.

L'ingiustizia, quella vera, è che quando viene chiesto il conto. Per l'arroganza, per la prepotenza, per la perdita di valori e morale....il conto lo pagano tutti insieme. Non solo queli che dovrebbero. Ma la forza sopra le nostre teste (destino, dio, natura) non ha tempo per fare la conta...

domenica 12 aprile 2009

scivolone

a volte il cammino si interrompe. Mentre stai ad un buon punto e vedi la luce e senti il calore del sole....qualcosa o qualcuno ti spintona. E tu, ancora poco saldo sulle gambe ..capitomboli giù. Senza appiglio. Apri gli occhi dopo lo spavento e ti accorgi che sei qualche tornante più in basso. Porc...tutta fatica sprecata. e si deve ricominciare da qui e ripercorrere alcuni passi. con fatica. E allora perchè avevo fatto quella strada se poi dovevo cadere ancora? Perchè ancora non so scegliere quello che è bene per me? Perchè mi ritrovo, per ostinta scelta, in questa domenica che dovrebbe essere di festa, da sola a casa davanti al mio pc e alle mie parole?!
Perchè mi sono fatta ripetere da te parole taglienti e non contenta ancora mi sono fatta buttare fuori anche da un bambino capriccioso a cui chiedevo in questo istante solo appiglio? E perchè chiedevo appiglio, ancora convinta di poterlo trovare fuori quando tutto mi urla CHE L'APPIGLIO VERO E' SOLO DENTRO?

venerdì 10 aprile 2009

SIAMO SERI

Una cosa sola..sento da giorni parlare non solo del terremoto, ma soprattutto di ciò che gli ruota attorno, con giudizi pesanti e inconsapevoli al riguardo di qualsiasi cosa. Da giorni tutti sono esperti in tutto. Soccorsi, organizzazione delle emergenze, gestione del personale e quant’altro.Per quanto mi riguarda è chiaro che umanamente io sia infastidita da tutto questo parlare e polemizzare su ogni cosa quando la sofferenza e i volti delle persone che hanno perso tutto dovrebbe invocare il nostro silenzio, il rispetto e quello che gli antenati chiamavano PIETAS, che sembriamo non avere più. E chiedere semplicemente comprensione, solidarietà, amore e usare le nostre energie in maniera costruttiva. Tempo per le polemiche e per il redde rationem ci sarà e ce lo aspettiamo tutti. Ma credo sia inutile mischiarlo a tutto questo polverone che c’è già.Professionalmente sono stanca di alcune cose che continuo a sentire e vorrei dare un taglio ad alcune chiacchiere da beauty farm, da sala d’aspetto del medico. Da giorni sento dire le più grandi castronerie e sento molti parlare di strutture e modalità costruttive … prima eravamo tutti allenatori ora siamo tutti ingegneri e tecnici...cemento armato, tondini, sabbia composizione del cemento, resistenza del terreno … comportamento delle strutture. Tutti hanno un’opinione definita e precisa e straparlano e danno pareri lapidari e attribuiscono responsabilità e colpe a tecnici, ditte e vari altri parafulmini. Le responsabilità e le colpe ci sono e ci saranno sicuramente in alcuni casi. In altri la verità è che strutture realizzate nel passato non dovevano rispondere a requisiti severi, molte cose non si sapevano, molti materiali utilizzati avevano prestazioni meno efficienti di quelli attuali rispetto all’azione sismica. Come sempre e come per tutte le cose NON DOBBIAMO GENERALIZZARE e soprattutto evitiamo di parlare di argomenti così tecnici lanciando inutili strali.Non sono sempre le ditte, i costruttori a voler risparmiare. Alcune delle persone che ora rimestano sul solito luogo comune dei politici imbroglioni e dei costruttori ladri, sono gli stessi clienti che quando chiamano l’architetto o la ditta o l’ingegnere, vogliono risparmiare. Non gli interessa se fai loro presente che la ditta dello “zio pino” (che di secondo lavoro fa il muratore) non è adatta a fare il getto di cemento armato, che il dimensionamento delle strutture è importante, che la normativa per le costruzioni non è solo una palla al piede elaborata per puro gusto di fare i dispetti ai cittadini. Che a volte salva la vita. Che i lavori vanno seguiti da un tecnico qualificato per aumentare la sicurezza e la solidità, che i calcoli e le certificazioni servono a capire se una struttura è sicura e un professionista va pagato perché faccia bene il proprio lavoro e va denunciato all’ordine se non esegue un lavoro correttamente perché la deontologia professionale appartiene anche al campo dell’edilizia. Perché alcune vite sono anche, indirettamente, nelle nostre mani.Gli edifici sono cosa seria. La statica, la tecnica costruttiva, le dinamiche delle forze , del peso, il comportamento elastico, plastico, fragile di una struttura, il suo adeguamento sismico. Si studiano a fatica, si imparano si osservano e dopo anni sui libri e sui cantieri se ne ha ancora timore. Quel timore reverenziale che si ha per tutto quello che sappiamo non avere in pugno. Per tutto quello che non possiamo controllare totalmente con la ragione. Evitiamo di parlare al vento e cerchiamo solo di usare la testa la prossima volta che avremo occasione di costruire, ristrutturare, adeguare una casa.