martedì 8 luglio 2008

LETTERA

volevo spiegarti della solitudine profonda e disperata che mi prende quando abbiamo liti brusche, della estraneità al mondo quando vedo che la tua anima non comprende la mia, quando sfuggo alla tua osservazione e faccio cose incomprensibili o che in quel momento appaiono assolutamente inadeguate. A te che sei il mio guardiano del faro.
Ho dentro un allarme che a volte suona spaccandomi le orecchie, impedendomi di formulare pensieri sensati. Lo porto con me da quando sono bambina, elaborandolo con il tempo. E’ l’allarme della solitudine, dell’abbandono. L’idea che non sia scontato che le persone care ti sono vicine, rimangano con te. L’idea, la certezza direi, che se ne potrebbero andare da un attimo all’altro. Deliberatamente. E’ l’idea che il bene scompaia in un istante. Anche quello che sembrava più grande.
Questa ferita rimarginata male, la devo alla mia infanzia. E’ un peccato a dirlo, ma è così. La devo alla persona che durante una lite lasciava una bambina in lacrime e prendeva la porta senza dire quando e come sarebbe tornata. Ogni lite un abbandono. E una disperazione che scavava le ossa. Una disperazione che si placava solo al suo rientro, lasciando spazio alla rabbia.
E ogni volta che non riesco subito a ricomporre i pezzi tra di noi, rivivo quel saluto. Lo so, tu non c’entri ed io devo crescere e superare lo scoglio e liberarmi di una paura passata ed inutile. Io, quella che parla sempre di equilibrio e di stabilità emotiva. Ma ho bisogno di tempo, di un altro po’ di tempo e amore e comprensione e sarò quella che vedo da lontano farsi sempre più nitida allo specchio. La donna , la signorina che c’è dentro di me e che ancora non esce del tutto per paura. Intanto usa tutto l’amore o la comprensione che hai e ricorda che dietro l’aggressività o dietro una reazione sproporzionata c’è sempre un dolore.

2 commenti:

ali ha detto...

trovo il modo di fargli avere questa bellissima lettera e forse qualcosa cambierà.
abbraccio

Anonimo ha detto...

Credimi quando scrivo che ti capisco, so cosa si sente. I genitori fanno dei gravissimi danni. E' curioso...proprio ieri ho scritto del mio passato e oggi leggo questa tua lettera.