lunedì 16 giugno 2008

FORZA!!!!!

Il cerchio si chiude..pian piano. Tutto coincide..quello che ho cominciato al mio arrivo allo studio è in fase di chiusura e la mia misura è colma.
Ho la presunzione di capire sempre al primo colpo le persone. Mi basta un attimo, delle parole, gli occhi, la voce e la sua modulazione e la mia pelle mi dice se è simpatia o no, se mi posso fidare o stare sul chi va là. Spesso mi sforzo di cambiare idea, di tirare giù i pregiudizi e dopo molte peripezie e molti giri…sono di nuovo alle conclusioni iniziali.
Lo studio è un “raccoglitore” di umanità. Un microcosmo, una piccola famiglia. E quindi è tutto più difficile. E’ come tagliare il cordone ombelicale.
Ma questa volta è troppo. Stanca della sua presunzione e del suo svalutare sempre tutti per forza, i suoi più fidati collaboratori. Stanca di valori che non mi appartengono. Solo denaro, potere e apparenza.
E poi amici o finti tali…A…non c’è peggior cattivo di chi si finge buono e non è un assassino solo chi uccide, ma anche chi omette il soccorso. Lui naviga sempre sopra a tutti, sopra a tutto.
Oggi, l’ennesimo scontro e quasi mi uscivano le lacrime per la rabbia e per la tristezza e l’amaro in bocca che non andava più via..il rospo era troppo grande.
Lo stomaco che si contorce e i peli che diventano bianchi..e poi apro gli occhi e….ma ne vale la pena? Ma chi me li ridarà questi momenti di felicità?!
Sento la serata tiepida, l’odore delle piante, l’aria delicata in faccia…non c’è nulla per essere infelici.
Basta un balzo, un tuffo. Nel vuoto fa paura. Ma forse si può e si deve per amore verso noi stessi. Perché chi lo ha detto che bisogna per forza seguire la ruota dei criceti? Chi lo ha detto che non possiamo scendere?
Un sorriso lieve torna e la fiducia che la strada diventerà migliore

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho sempre pensato che un lavoro fosse un po' come un rapporto d'amore: se si sente che qualcosa si è rotto, bisogna valutare se si può recuperare un po' di sentimento dalle ceneri e farlo evolvere in qualcosa di diverso, a volte anche migliore di prima, oppure se non ce n'è più per nessuno ed è meglio andare.
In ogni caso coraggio, la strada diventerà migliore, è solo il primo passo che è difficile.

Anonimo ha detto...

stessa presunzione di capire le persone "al volo" e più mi sforzi per auto-impormi una sorta di modestia e convincermi che "no, potrei anche essermi sbagliato", e più che mi rendo conto che ci azzecco... Implacabilmente... al 99% garantito al limone.

Però non posso essere d'accordo con te quando ti abbandoni alle lacrime ed alla rabbia per questioni relative al lavoro.
Ho cambiato molte aziende, uffici e colleghi ed ormai sono certo che l'idea del posto di lavoro perfetto sia un'utopia. Un mito.
Magari la "luna di miele" con l'ufficio potrà essere brevissima oppure lunga, anche anni ma alla fine ci sarà sempre qualcosa che inevitabilmente spezzerà il sogno.

Non ti abbattere, continua nella tua strada, ignora i molesti ed i falsi e guardati intorno; e quando avrai trovato un posto migliore (ma non ti aspettare l'eden del lavoro! Quello non esiste!) lascia il tuo vecchio posto senza remore o rimpianti.

Scusa il lungo pippone... ;-)

---Alex

fusis ha detto...

@cinciamogia: cerdo che sia davvero come dici, che il alcune coincidenze non vengano per caso e che a volte, come nelle storie d'amore, si finisce semplicemente il cammino insieme...è lo strappo la cosa dura..tengo duro e quando il dado sarà tratto....sarò molto più felice!
@adblues: e quando ci azzecchi e lo dici in anteprima agli altri ti capita che ti dicano che sei sempre il solito, esagertao che dà giudizi affrettati? Io sono una specia di Cassandra ; )!
Il lavoro...dipende da quale e da come lo vivi..purtroppo ho un modo totalizzante di viverlo, è una parte di me imprescindibile, fa parte del mio modo di essere e eper questo lo soffro così...

Anonimo ha detto...

Mmmmhhh...
Di solito lo tengo per me; pare che questa caratteristica sia molto irritante per gli altri...
Salvo poi provare un certo piacere perverso (ed interiore) quando veniva provato che avevo ragione.
Con il tempo ho anche imparato che in un ambiente di lavoro il "te l'avevo detto io!" non si dice, mai. Non è "fair" e non ti mette in buona luce verso i colleghi. Insomma non fa parte delle regole civili di convivenza.

Ho sofferto abbastanza prima di metabolizzare definitivamente che non ero "sposato" al mio lavoro ed ai miei colleghi. Non so da quanto tempo tu sei entrata nel "meraviglioso mondo del lavoro" (ironico) ed ho visto questo atteggiamento prima su di me ed in generale in tutti i "neofiti" del lavoro.
Poi ho imparato dopo lunghi patimenti a lasciare il lavoro in ufficio (per quanto possibile dato il mio lavoro) ed a dimenticarmene una volta uscito.

Adesso vivo MOLTO meglio.
Con il tempo ti ci abituerai, davvero, lo giuro!
---Alex

ali ha detto...

toc toc signoria VIALELACRIME...
il salto nel buio? fallo! anche perchè è un salto con un efficente paracadute le tue capacità... che sono li ben nascoste dentro di te, ma che al momento giusto ti sorreggeranno.
Fusis avanti..lanciati....
via...
Isauraconlecatenespezzate!

- A - C - ha detto...

è impressionante come certe esperienze siano condivise. Probabilmente fanno parte di un cammino di evoluzione che tutti dobbiamo compiere e che nella nostra società occidentale contemporanea si mostrano più facilmente negli attriti del mondo del lavoro.

ciao ciao dall'australia!

enzorasi ha detto...

In uno sfogo, se guardi bene, ci sono cose segrete, gesti inquietanti e definitivi. Uno sfogo "scritto" è un proclama a se stessi, una porta chiusa e una chiave buttata. Sembri sfinita, probabilmente hai vissuto contro te stessa e alla fine tutto questo artificio è andato in frantumi. Potrebbe sembrare una sconfitta dolorosa...forse è invece la tua liberazione; sulle dinamiche dei luoghi di lavoro ha ragione Adblues. E allora taglia il cordone ombelicale e inizia la tua vita autonoma; tu non hai l'anima del criceto.

fusis ha detto...

ieri sera avevo laciato dei commenti che evidentemente non sono andati a buon fine!!!! Non li ripeto...solo un grazie ad ali che forse mi vuole prestare le sue di ali...
@ac: sono un pizzico invidiosa del tuo viaggio in Australia...forse il cammino è obbligato e forse dobbiamo solo proteggerci...e continuare con forza..la starda sarà da qualche parte!!!!
@enzo: hai guardato più che bene...sono sfinita. Sfinita e convinta che le cose non debbano continuare così e che in parte se lo fanno è davvero colpa mia...in questo momento il dolore lascia spazio alla rabbia ed alla forza. Contro il vento e le montagne.