sabato 3 maggio 2008

ROMAMOR


E la sera, una di quelle sere che non vuoi tornare a casa, che non vuoi parlare, che ogni affetto è estraneo e invasore, ti affidi alla città. Roma, che invece di essere estranea, diventa un’amica discreta e generosa. Ti accoglie tra le sue braccia, le vie al tramonto lucide di neon, ti dà una pacca sulle spalle e poi ti prende per mano. A girare per le vie formicolanti di turisti allegri e arrossati. O per strade familiari con genitori che tornano finalmente a casa. Sacchetti della spesa e passeggini e facce stanche. O binari d’asfalto da cui vedi le finestre accese con i mobili dentro, tavoli del matrimonio, pensili e pentole e carta da parati. E ti sembra quasi di sentire l’odore della cena sul fuoco e di vedere la signora con il grembiule e i capelli spettinati. Oppure case bene e pareti colorate e librerie piene e logore, lampade con forme sinuose e il divano con le pieghe dentro cui scompare qualcuno.
Allora la tua vita si confonde dentro mille altre, i pensieri vanno lontani. Quante vite potresti vivere e non vivi o quante ne vivrai se solo deciderai di cambiare la direzione. Uno strappo e via di nuovo.

3 commenti:

Crazy time ha detto...

Uno strappo e via di nuovo.
Piu' complicato a farsi.



intanto fatti cullare da Roma monamour.

Anonimo ha detto...

se poi lo strappo lo devi dare proprio a Roma, diventa impossibile... :-(

fusis ha detto...

@brix63: lo strappo è ai pensieri..al cammino che a volte diventa monotono e triste. E Roma ti sorprende e ti fa venire il buonumore..a volte!!!!